giovedì 12 maggio 2016

La scala di Marco.

Al giorno d’oggi la scala è molto di più di una semplice struttura di collegamento: è un valido elemento d’arredo, la maggior parte delle volte protagonista all’interno della nostra abitazione. Per questo ritengo importante che il progetto della scala sia portato avanti insieme a quello della casa stessa, sia architettonico che di finiture d’interni, in sinergia. È quindi necessario che ci sia una progettazione integrata dell’immobile che veda la collaborazione di più figure professionali, dall’architetto, all’ingegnere, al geometra e all’interior designer, dove ciascuna apporta il proprio contributo alla realizzazione dell’opera.
Quando questo non avviene, il lavoro si fa più articolato, perché ci si trova nella condizione di doversi adattare a diverse filosofie di progettazione. Ciò non vuol dire che il risultato non possa essere comunque bello e all’altezza delle aspettative del committente.




Prendiamo ad esempio il lavoro che ho eseguito per un mio cliente, Marco, affidatomi dallo studio con cui collaboro, Geo78. Egli cercava una soluzione alternativa a quella consigliatagli dal suo architetto di fiducia. Quella proposta prevedeva la realizzazione della pedata mediante una vasca in acciaio, la quale sarebbe stata riempita con del calcestruzzo fino a garantire lo spazio per l’incollaggio della formella in gres porcellanato. Lo spazio tra una pedata e l’altra sarebbe stato chiuso da un pannello verniciato. A Marco questa soluzione non piaceva, ed anche a mio parere seguire il progetto originale avrebbe reso la scala un peso per l’ambiente della zona giorno. Pertanto ho proposto al cliente una soluzione più semplice, costituita da due cosciali tagliati al laser in ferro verniciato bianco sulla quale appoggiano gradini in legno massello. Ogni scala pur avendo una propria identità deve mantenere un rapporto armonico con il tutto, facendo in modo che gli elementi che la circondano non perdano la loro importanza, ma anzi che insieme ad essa costituiscano una coralità che ci trasmette la sensazione del salire in alto.



Salire la scala generalmente è l’ultima fatica della giornata prima di accingersi ad andare a dormire, quindi è fondamentale che il rapporto tra l’alzata e la pedata sia equilibrato, ovvero che la scala non sia troppo ripida e che ci stanchi troppo salirla proprio quando a fine giornata vogliamo solo riposarci. Allo stesso modo, alla mattina dopo il risveglio, la scala è il primo elemento architettonico con cui abbiamo a che fare una volta usciti dalla nostra stanza. Magari siamo di fretta, o comunque ancora assonnati, e qui che una scala abbia un buon rapporto tra alzata e pedata, come scrivevamo prima, è un fattore importante in termini di sicurezza: da una scala ripida è facile sbilanciarsi e cadere in avanti. La scala che ho consigliato al mio cliente ha quindi un giusto rapporto alzata/pedata per agevolare la salita e per aumentarne la sicurezza.



Marco è un neo-papà e reputa importante il discorso sulla sicurezza: per questo motivo abbiamo deciso di aumentare di due centimetri lo spessore del gradino in legno massello, in modo da diminuire lo spazio vuoto tra uno scalino e l’altro che avrebbe potuto essere pericoloso per un bambino piccolo.



Il mio cliente è rimasto molto soddisfatto del risultato finale ed anche io condivido il suo stato d’animo perché questo progetto mi ha permesso di venire incontro alle sue esigenze e nel contempo di esercitare le mie idee nel campo degli interni.



Si ringrazia carpenteria Fine Sas e Falegnameria F.lli Da Ros per il contributo all’esecuzione dell’opera ed MF Studios per la consulenza fotografica.



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