mercoledì 7 febbraio 2018

Il rivestimento di una scala elicoidale.



Oggi desidero raccontarvi di un lavoro di rivestimento di una scala elicoidale in un edificio dei primi del Novecento sito in un paese della Marca Trevigiana.


La proprietà del palazzo decide di affidare la direzione lavori allo studio Geo78, con cui collaboro e per il quale ho seguito i lavori di completamento e finiture d’interni, lasciati incompiuti da svariati anni. Tra i vari lavori da redigere c’è il completamento del rivestimento dell’ultima rampa di scala che porta dal piano secondo all'attuale sottotetto abitabile; o meglio, c’era già un rivestimento installato per poter accedere al sottotetto ma era semplicemente calpestio cantieristico. Da questo ipotizziamo che la ditta precedente si fosse trovata innanzi all'originale rampa in legno ormai pericolante a causa di preesistenti infiltrazioni d’acqua dal tetto. Da questo sopralluogo ne traiamo già una idea generale di come procedere per il completamento della rampa di scale. Inizialmente il cliente aveva espresso il desiderio di ultimare la rampa di scale che porta al terzo piano in pietra proprio come le due sottostanti, così da dare una idea di continuità rendendo il vano scala omogeneo. Così io ed i miei colleghi vogliamo interpellare un ingegnere strutturale che però ci sconsiglia di optare per questa soluzione, dato che avrebbe sovraccaricato di peso la struttura, consigliandoci invece di rinforzare le travi che sostengono l’ultima rampa di scale con delle lastre in acciaio dello spessore di circa 15 millimetri ed alte quanto le travi esistenti, infilate nel muro e fissate alle travi con delle viti idonee.


Di conseguenza ci orientiamo verso un rivestimento della rampa più leggero, in legno di rovere massiccio spazzolato, scelto con nodini. Mia proposta, con la quale il cliente concorda una volta informato del responso dell’ingegnere. Sopra ad i travi che escono dal muro viene eseguito un primo rivestimento di legno grezzo che definisca lo scalino. L’esecuzione di questa sottostruttura in legno ci permette di uniformare più velocemente il rivestimento di ogni singolo scalino contribuendo anche ad abbattere i costi del lavoro e il tempo di esecuzione dello stesso. Dal punto di vista dell’estetica, potevamo procedere in tre modi. La prima possibilità era di andare ad eseguire uno scalino la cui pedata terminasse a toro tondo sull’alzata, come gli scalini delle rampe inferiori. La seconda opzione era di eseguire un toro a spigolo quadro, mentre l’ultima era di realizzare un gradino alla romana, che non prevede la presenza del toro dacché l’alzata e la pedata si incontrano a spigolo vivo.


Mi sento di consigliare al cliente di adottare quest’ultima soluzione, lo scalino alla romana, assumendomene la responsabilità, perché, in quella situazione specifica di discontinuità di materiali dovuta a esigenze strutturali, imitare lo stile delle prime due rampe di pietra parrebbe un ripiego che riconduce all’idea di “falso storico”, dato che evitare il “falso storico” è stato il modus operandi di tutti gli interventi sulle parti originali dell’immobile. Dunque, optando per una soluzione dalle linee più moderne come lo scalino alla romana, vogliamo rimarcare una cesura dal passato lì dove è stato costruito il nuovo, cosicché la nostra soluzione non sembri una imitazione con materiale diverso bensì si qualifichi per quella che é: una idea nuova con una propria personalità. Il cliente condivide questo mio consiglio e quindi si procede alla costruzione della nuova rampa, che viene chiusa con una struttura in cartongesso a forma di calandra.


Rimane ancora da definire la questione del corrimano, che, come vi ho anticipato nel mio precedente articolo, non è una questione da nulla. Il corrimano è un elemento costituente del “sistema scala”, necessario all’utente. Pertanto, per risolvere il problema di come e dove agganciarlo, io ed il perito Franco Spagnol ci incontriamo per discutere sulla questione e dopo una attenta valutazione dei pro e dei contro tra le varie strategie possibili, ci risolviamo di agganciarlo alla struttura dell’ascensore. Soluzione, questa, che ci consente di mantenere l’eleganza e la semplicità dell’opera senza comprometterne la solidità.


Nel mio prossimo articolo riguardante questo restauro vi mostrerò il risultato finale.

1 commento:

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